Questo è un articolo di zerohedge
L’organizzazione democratica Freedom House ha pubblicato la sua classifica annuale delle nazioni più libere e più represse del mondo.
Come spiega Katharina Buchholz di Statista, il rapporto è considerato un barometro chiave per la democrazia globale e l’edizione di quest’anno ha rilevato che la libertà globale è diminuita per il 18° anno consecutivo .
Mentre il 2022 era stato annunciato come un “possibile punto di svolta”, dato che il numero di Paesi che hanno mostrato miglioramenti è pari a quello dei Paesi che hanno registrato cali, il 2023 ha visto un nuovo minimo di nazioni che hanno migliorato le loro prospettive di libertà – solo 21.
Questo numero si contrappone ai 52 Paesi in cui le libertà politiche e civili sono diminuite.
Altre infografiche sono disponibili su Statista
Il rapporto cita l’Ecuador come esempio di Paese in cui le elezioni hanno avuto un impatto negativo e ha declassato la nazione da “libera” a “parzialmente libera”.
Nel Paese sudamericano, le organizzazioni criminali hanno ucciso funzionari e candidati prima delle elezioni generali che si sono svolte in agosto.
In altri Paesi, invece, sono stati gli esponenti in carica a ostacolare l’accesso della popolazione a elezioni libere lo scorso anno, come in Cambogia, Guatemala, Polonia, Turchia e Zimbabwe.
Nonostante il Senato militare thailandese continui a detenere molto potere sugli organi legislativi del Paese, un’elezione più competitiva che ha visto un partito progressista arrivare primo ha fatto guadagnare alla Thailandia la designazione di “parzialmente libero”, da “non libero”.
Tra le nazioni che hanno migliorato il loro punteggio ci sono le Figi, il Nepal, la Liberia e la Mauritania.
Un totale di 195 Paesi e 15 territori sono stati analizzati in base ai loro livelli di accesso ai diritti politici e alle libertà civili, prima di essere classificati come “liberi”, “parzialmente liberi” o “non liberi”.
Sebbene la democrazia sia in declino da quasi due decenni, il panorama globale è migliorato rispetto alla prima pubblicazione del rapporto, avvenuta 51 anni fa. All’epoca, 44 Paesi su 148 erano considerati “liberi”, contro gli 83 su 195 di oggi.
Questo è un articolo di zerohedge