La Germania, la maggiore economia dell’Unione Europea, sta attraversando una fase di recessione: per due trimestri consecutivi il PIL ha registrato un decremento del valore (-0,5% e -0,3%). In contrasto con l’Italia, la quale ha registrato un aumento del PIL dell’0,6% nel primo trimestre e addirittura del 1,9% su base annua, l’autocelebrazione non è opportuna. Ed il perchè è presto spiegato.
Il fatto che l’economia tedesca sia in difficoltà dovrebbe destare preoccupazione in tutta Europa, soprattutto in Italia, dove molte industrie manifatturiere del Nord dipendono strettamente da quelle tedesche. Ciò nonostante, il quadro politico del governo di Olaf Scholz rende lo scenario ancora più traballante, poiché i tre partiti della coalizione (socialdemocratici, verdi e liberali) sono impegnati in duri scontri politici riguardanti le misure necessarie, tra cui i tagli al bilancio federale.
Il ruolo guida della Germania nell’ambito economico dell’eurozona è indubbiamente notevole, rappresentando il 30% della produzione complessiva della regione. Inoltre, la nazione è il principale partner commerciale della metà dei 27 paesi dell’Unione europea, Italia incluso. Tuttavia, negli ultimi trent’anni, Berlino ha spesso imposto tramite Bruxelles le sue regole ad altri paesi europei. Inoltre, la Germania sta facendo i conti con un serio problema di bilancio federale per la prima volta dopo dieci anni. Le entrate tributarie sono state colpite dalla recessione e dalle conseguenze della guerra in Ucraina, come l’energia più cara e minori investimenti. Si prevede che ciò costerà alla nazione 30 miliardi di euro l’anno nei prossimi dieci anni, per un totale di 150 miliardi. Inoltre, l’inflazione e la politica monetaria della BCE hanno fatto lievitare gli interessi sui bond emessi dallo Stato, che da anni pagavano cedole ridotte. Di conseguenza, nel 2021 il Tesoro tedesco ha pagato solo 3,9 miliardi per gli interessi sui bond, mentre alla fine di quest’anno ne dovrà pagare 39,9 miliardi, dieci volte tanto.
Nel processo di redazione del bilancio 2024, il governo Scholz ha constatato una carenza di fondi per le spese pubbliche, che richiederà tagli pari ad almeno 22 miliardi di euro. Un’impresa senza precedenti nell’ultimo decennio per la Germania. Il taglio della spesa pubblica e i sacrifici sociali che per l’Italia sono ormai una costante a causa dell’austerità imposta da Bruxelles, rappresentano per il governo Scholz una lotta interna, che sta causando tensioni palpabili. Le proposte per uscire dalla crisi provenienti dai Verdi e dai liberali si contrappongono nettamente. I Verdi propongono un investimento maggiore nell’economia green, volto alla salvaguardia del clima, sostenuto da nuove risorse ricavate tramite l’aumento delle tasse per i ricchi, in primis l’introduzione di una tassa patrimoniale.
Scholz si è posizionato a metà strada, affermando che la Germania può crescere investendo in nuove attività “green” e attrarre lavoratori qualificati. Per mascherare le divergenze, Scholz ha espresso un’ottimistica visione sulle prospettive dell’economia tedesca, dichiarando la possibilità di superare le sfide attuali.
Le divergenze di opinioni tra i membri del governo tedesco sulle politiche fiscali e gli investimenti per il cambiamento climatico stanno avendo un impatto negativo sull’immagine del governo Scholz. Che inizia a ballare. Infatti ci sono preoccupazioni legate alla strategia di bilancio del governo, come evidenziato dalla creazione di fondi speciali al di fuori del bilancio ordinario per finanziare diversi progetti. Questa prassi è stata criticata anche dalla Corte dei conti tedesca, che l’ha definita un falso in bilancio. Inoltre, la recente proposta di legge sull’energia per gli edifici ha incontrato resistenza da parte dei liberali e delle famiglie tedesche a causa dei costi associati al passaggio ad energia rinnovabile. Questi fattori hanno portato a un calo dell’indice di gradimento del governo Scholz che nei prossimi mesi, volenti o nolenti, dovrà rendere più chiara la posizione della Germania in Europa.