Stamane sul Sole 24 ore si chiedono quello che migliaia di “possibili contribuenti” si stanno chiedendo oramai da qualche mese: Che fine ha fatto la sanatoria delle criptoattività? E come occorre comportarsi nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2022?
Proprio per quanto riguarda la sanatoria si legge “non era mai stato previsto un “condono” che non stabilisca il termine entro il quale eseguirlo. La norma, infatti, non fissa alcuna data entro cui presentare l’istanza di emersione: il termine deve (ancora) essere fissato da un provvedimento attuativo delle Entrate (che deve stabilire anche il contenuto e le modalità di emersione). Tutto sommato, appare singolare che il termine di legge di una sanatoria venga fissato da un provvedimento di attuazione della prassi.”
Inoltre si aggiunge “Tra i molteplici dubbi, inoltre, non è mai stato precisato il trattamento sanzionatorio della mancata indicazione delle crypto, considerato che le penalità da quadro RW risultano ancorate alla nozione di territorio (Paesi non black list e Paesi black list), mentre in questo caso si è in presenza di fenomeni “atopici” (il problema si porrà, comunque, anche dal 2023 in poi).
Poi numerosi interrogativi si pongono in relazione alla dichiarazione per il periodo d’imposta 2022 dato che le nuove disposizioni, anche in tema di tassazione reddituale, partono dal 2023. Cosa bisognerà fare? Su questo punto, ma anche sugli altri, si attendeva una risposta da parte dell’Agenzia dell’Entrate che però tarda ad arrivare. Ed in mezzo a tutta questa incertezza che dovranno barcamenarsi, in un periodo qual è giugno di dichiarazione, clienti e commercialisti in attesa di ulteriori chiarimenti