Hai in mente di avviare un’attività, ma hai molti pensieri a riguardo perché è una sfida incerta: ci sono costi da sostenere, adempimenti da rispettare e soprattutto non sai se l’attività potrà essere profittevole. In questo caso potresti valutare l’opzione della prestazione occasionale, cioè un modo per lavorare e guadagnare senza gli obblighi e adempimenti della partita iva.
Si tratta di una regola di buon senso che ha previsto il legislatore: inutile sobbarcare un lavoratore occasionale di tutti i costi e le incombenze di una partita IVA, per dei lavori occasionali.
Attenzione però che anche con la prestazione occasionale ci sono regole da rispettare e non sempre è possibile utilizzarla.
Che cos’è la prestazione occasionale:
è un lavoro svolto in maniera autonoma senza vincoli di subordinazione e che avviene saltuariamente come indicato dal sito del ministero del lavoro e delle politiche sociali.
È importante porre l’attenzione sulla natura occasionale delle prestazione infatti nel caso diventasse un lavoro svolto con frequenza saresti obbligato ad aprire la P.IVA.
Ad esempio un lavoro che svolgi ogni mese per tot mesi non si può definire occasionale.
LIMITI della prestazione occasionale.
Per far sì che il lavoro sia di carattere occasionale, la norma ha previsto due limiti che sono una sorta di segnale d’allarme per farti capire che forse la prestazione occasionale non fa più al caso tuo.
Il primo è il limite dei 30 giorni:
ovvero non puoi lavorare più di 30 giorni in un anno solare per ciascun cliente/committente.
Il secondo è il limite dei 5.000 euro.
Puoi avere fino a 5.000 euro lordi di compensi senza dover rispettare adempimenti: non serve fare la dichiarazione dei redditi (se questo è il tuo unico reddito) e non devi versare contributi.
Va chiarito che:
- Non è vero che non puoi superare i 5.000 euro di compensi;
- non è vero che fino a 5.000 euro non è mai necessario aprire la partita IVA. Se l’attività viene svolta in maniera continuativa e non occasionale, è sempre in teoria necessario aprire la partita IVA, anche per importi inferiori.
E se supero i limiti cosa succede?
Se emetti ricevute di prestazione occasionale per più di 5.000€ l’anno, potrai continuare a svolgere questo tipo di prestazioni, ma:
- saresti obbligato ad iscriverti all’INPS Gestione Separata; dovrai quindi versare i contributi sul reddito percepito, ma soltanto per la quota eccedente i 5.000 euro (se ad esempio hai un reddito di 8.500 euro, verserai i contributi su 3.500 euro);
- dovresti valutare l’opportunità di aprire la partita IVA; considerando che saresti obbligato a versare i contributi, a quel punto potrebbe essere più conveniente accedere al regime forfettario che comporta un’imposta del 5%, contro il 20% di ritenuta della prestazione occasionale.
ATTIVITÀ ESCLUSE.
Ci sono poi attività che per la loro natura non possono essere svolte in maniera occasionale:
- Le attività che prevedono l’iscrizione a un albo professionale, come avvocato, medico, commercialista.
- Il mondo dell’e-commerce: il fatto di avere un sito prevede di per sé una vendita frequente e continua nel tempo, quindi non occasionale.
Conclusioni
In generale, quindi, la vendita senza partita IVA può essere un’opzione conveniente per le attività saltuarie e limitate nel tempo o per le prime collaborazioni ma richiede attenzione nel monitoraggio dei limiti. Infatti, ad esempio, se superi di molto il limite dei 5.000 e quindi devi anche versare i contributi e dichiarare i tuoi redditi, potresti avere più tasse da pagare in questo modo piuttosto che con la P.IVA in regime forfettario.
Se gli incarichi si fanno consistenti e contigui sicuramente aprire partita IVA permette di fare quel salto di qualità verso una professione che da semplice passione si è trasformata in vera e propria attività lavorativa.
Da non sottovalutare poi che l’apertura p.IVA permette di pubblicizzare la propria attività, al contrario della prestazione occasionale che non lo permette.