L’impatto del fallimento di Silicon Valley Bank e Signature Bank non è passato inosservato. Al fine di prevenire nuovi default, le autorità di regolamentazione americane stanno valutando di intensificare le norme per le banche di medie e grandi dimensioni, che potrebbero essere costrette ad aumentare i requisiti patrimoniali in media del 20%. Questa notizia è stata riportata ieri dal Wall Street Journal.
Secondo fonti vicine al dossier citate dal Wall Street Journal, le autorità di regolamentazione stanno per proporre nuove regole a partire da questo mese di giugno, con l’obiettivo di aumentare la resilienza del sistema finanziario statunitense. Il campo d’azione delle nuove norme sarebbe limitato agli istituti di credito con un patrimonio di almeno 100 miliardi di dollari, abbassando la soglia di accesso ai requisiti più stringenti rispetto a quanto stabilito in precedenza.
Lo scorso maggio, durante un’audizione al Congresso, il capo della regolamentazione presso la Federal Reserve ha anticipato l’imminente presentazione del piano per l’aumento delle regole sul capitale delle banche e per un controllo più rigoroso da parte delle autorità di vigilanza sugli istituti di credito successivamente ai fallimenti bancari di quest’anno. In particolare, il vicepresidente della Fed per la vigilanza, Michael Barr, ha dichiarato che la banca centrale degli Stati Uniti sta valutando attentamente le modifiche alle regole per le banche regionali più grandi.
Inoltre, anche la Banca Centrale Europea sta considerando l’implementazione di requisiti di capitale aggiuntivi per le banche europee con alti livelli di depositi non garantiti, concentrati in pochi clienti, a seguito della crisi di Svb. Le informazioni suggeriscono che l’ammontare preciso dei requisiti patrimoniali dipenderà dalle attività delle banche, in particolare le grandi istituzioni bancarie statunitensi con forti attività di trading dovrebbero subire gli aumenti maggiori. Inoltre, alcune banche che dipendono dalle entrate da commissioni potrebbero essere soggette ad imposte di riserve di capitale elevate. Alcune banche statunitensi stanno cercando di ridurre la loro esposizione ai mutui per l’acquisto di immobili residenziali al fine di mitigare i rischi di insolvenza. Mentre i mutui non deteriorati non hanno ancora raggiunto i livelli visti durante la crisi finanziaria del 2007-2008, si prevedono forti aumenti. Le banche sono disposte anche a subire perdite su queste cessioni.