Con il completamento della fusione tra Ubs e Credit Suisse, i vertici dell’istituzione finanziaria hanno espresso grande entusiasmo per l’inizio di un nuovo periodo storico. Tuttavia, la creazione di valore sarà oggetto di valutazioni future da parte degli investitori.
Nonostante ciò, il mercato ha accolto con favore la decisione di Ubs di salvare Credit Suisse dall’eventuale rischio di fallimento. È legittimo domandarsi quali sarebbero state le conseguenze in caso contrario, se la nazionalizzazione della banca in crisi avrebbe richiesto l’intervento dello Stato svizzero.
Resta da verificare l’effettiva riuscita di questa operazione, ma al momento riportiamo il senso di soddisfazione diffuso tra gli attori del mercato finanziario.
Le domande che emergono sono destinate a rimanere insolute in vista dell’emergere del colosso bancario Ubs-Credit Suisse.
Ci troviamo infatti di fronte ad un gigante che, in caso di future difficoltà, difficilmente potrà contare sul supporto del Governo svizzero. Di conseguenza, è di fondamentale importanza che il sistema di vigilanza elvetico intensifichi i controlli preventivi nei confronti di questo colosso bancario, evitando di cadere nella “sudditanza psicologica” riscontrata nei confronti del Credit Suisse.
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Un approccio professionale da parte delle autorità di vigilanza è essenziale per garantire la stabilità economica del paese.
La dirigenza della prestigiosa Ubs ha comunicato al mercato la sua intenzione di mantenere sotto controllo il capitale destinato all’investment banking, che non supererà il 25% degli attivi ponderati per il rischio (Rwa). Tale decisione rappresenta un chiaro e responsabile impegno alla gestione oculata dei propri investimenti.
L’investment banking rappresenta un’attività di grande rilevanza per le principali banche globali, con un elevato potenziale di profitto che può essere gestito in vari modi a seconda dei rischi che si intendono assumere.
Nel caso specifico di Credit Suisse, le criticità nel sistema di controllo interno e le carenze nella gestione del rischio hanno generato perdite di miliardi di dollari (Archegos, Greensill) che, a posteriori, hanno evidenziato un superamento dei limiti regolamentari per singolo investimento. Tale contesto richiede quindi un approccio sistematico e rivolto all’analisi dei rischi al fine di prevenire situazioni di questo tipo.
I disavanzi finanziari, che hanno generato la diffidenza da parte dei nostri clienti e degli investitori, hanno messo a rischio la solvibilità della banca e richiesto un salvataggio d’emergenza finanziato e coordinato dal Governo svizzero. Il tema è stato gestito in modo professionale e tempestivo per garantire la stabilità dell’istituto e la fiducia dei nostri partner.
La cronaca si ripete: nel 2008 Ubs fu salvata con l’intervento del governo. Questa volta, tuttavia, è stato stabilito che il salvataggio di Credit Suisse potrebbe avvenire solo attraverso la fusione con Ubs, trasformando i due istituti in un gigante bancario che per molti versi appare ingestibile per una nazione piccola come la Svizzera.
Secondo gli analisti di Citi, il nuovo colosso bancario, con un attivo totale di 1.700 miliardi, vale circa il 200% del Pil della Svizzera.
La situazione richiede una riflessione attenta e strategie ben pianificate da parte delle autorità finanziarie svizzere.
La rilevante discrepanza svela la reale minaccia per il futuro: saranno la Banca Nazionale Svizzera, la Finma e il Governo della Confederazione elvetica pronti a intervenire tempestivamente nel caso di preoccupanti indicazioni di crisi?
Una questione di estrema importanza che richiede un approccio professionale e attento. Ci si interroga se emergeranno le stesse vulnerabilità e dipendenze che hanno caratterizzato gli ultimi anni di Credit Suisse.
Tale questione non riguarda solamente la Svizzera, ma coinvolge anche il sistema bancario europeo, in quanto Ubs interagisce con la Bce come controparte nelle diverse aree dell’investment banking. Pur mantenendo un linguaggio professionale, si evidenzia l’importanza di un approccio critico al fine di mitigare eventuali rischi e instabilità del settore.
La vigilanza sulla “Superbanca” svizzera è cruciale per garantire la stabilità del sistema bancario europeo, che si trova ora di fronte a una sfida senza precedenti rappresentata dalla presenza di un colosso extra-UE radicato al centro del Continente.
È essenziale che la vigilanza sia efficace e che si adotti una strategia oculata per gestire questo nuovo scenario. Solo così potremo garantire la sicurezza e la solidità del sistema finanziario europeo.